DOTTORE GIAN PAOLO TASSI

PLDD= Percutaneous Laser
Disc Decompression

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VANTAGGI DELLA PLDD

•    Per la sua esecuzione si utilizza la anestesia locale (da non confondere con la anestesia spinale nella quale il paziente è comunque sveglio ma tutta la parte inferiore del corpo è anestetizzata); il vantaggio della anestesia locale (loco-regionale sarebbe più corretto chiamarla tecnicamente) è evidente ad esempio nel poter trattare pazienti affetti anche da patologie collaterali che possono rappresentare un aggravio di rischio in condizioni di anestesia generale o spinale.

•    E’ utilizzabile, oltre che in un ampio gruppo di ernie discali (ma non tutte ed è bene sottolinearlo), anche alle protrusioni discali (queste ultime rappresentano le piccole ma, a volte, fastidiosissime ernie discali) nelle quali solitamente la indicazione chirurgica “classica” o endoscopica non andrebbe posta. Esse possono essere ribelli a numerose terapie conservative (farmacologiche e/o fisiche che sempre andrebbero intraprese come approccio iniziale) ed il paziente non trova soluzioni al suo problema inficiante la vita quotidiana e lavorativa.

•    La PLDD può essere utilizzata in una certa percentuale di ernie recidive post- chirurgiche o post – endoscopiche (e non sono poche statisticamente); in tali casi le percentuali di successo sono statisticamente più basse e si passa da un 85% ad un 65-70%.

•    La PLDD consente un recupero relativamente rapido delle attività quotidiane e lavorative del paziente (solitamente nell’arco di 3 – 4 settimane) con conseguenti notevoli risvolti positivi a livello socio-economico; nel 70% circa dei casi infatti, le ernie e protrusioni discali colpiscono la popolazione in piena attività lavorativa.

•    La non necessità di incisioni chirurgiche (utilizza solo un sottile ago che attraversa la cute, il sottocute ed i muscoli e raggiunge, sotto controllo radiologico, il centro del disco da trattare ovvero il nucleo polposo), di scollamento dei muscoli dalle ossa delle lamine vertebrali, di asportazione seppur piccole di osso e di legamenti, determina l’assenza di problematiche tipiche della chirurgia “classica” come la formazione di aderenze peri radicolari (in sostanza si tratta di cicatrici profonde che possono inglobare e comprimere le radici nervose compresse dalle ernie stesse), dolori cronici da danno muscolare e , a volte, anche instabilità della colonna vertebrale con necessità magari di successivi re – interventi chirurgici piuttosto complessi.



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